mercoledì 27 febbraio 2013

Il buonsenso


"Non ascoltare e non dare adito a discorsi stupidi ed inutili. Ascolta solo discorsi da cui puoi veramente imparare o che ti fanno sorridere. In tal caso parla solo se sai di poter portare al discorso qualcosa di importante o di divertente. Abbi il buonsenso di tacere nel caso contrario." 


Il mondo si divide in due categorie. C'è la gente che vuole imparare a fare, che fa, o cerca di fare, scrive, si diverte ad imparare, suona uno o più strumenti, si diverte a farlo, dipinge, recita, pratica uno sport, si diverte a lavorare, cerca di essere utile, sogna l'impossibile. C'è la gente che invece guarda, chiacchiera inutilmente, perde il proprio tempo, gozzoviglia, sonnecchia durante il giorno, si rigira i pollici e chissà quant'altro fa di egualmente eccitante. E le due categorie solitamente non vengono a contatto perché ovviamente come si sa e come è giusto che sia ognuno cerca di stare con la gente con cui ha qualcosa da condividere, ovvero interessi, scopi e quant'altro. Ed è giusto specificare che nessuna delle due può esser giudicata giusta o sbagliata a priori. Si ricordi che sono sempre gli assiomi da cui parte un ragionamento che lo irrobustiscono. A seconda di essi e dal fatto che si condividano o meno quindi, un qualsiasi discorso potrà non esser giudicato giusto o sbagliato, si presume che comunque segua una logica, semmai privo o meno di fondamento.

Posso dire di aver imparato a fare un qualcosa finora, ma non ci ho messo anni per far piacere a qualcun altro al di fuori di me stesso. Le cose che ognuno impara a fare sono in primo luogo per se stessi, appunto, come qualcuno sicuramente con più esperienza di me, il mio prof, amava ripetere, e poi magari per chi vuole avvicinarsi. E cito spesso persone molto più grandi di me perché il loro parere, fondato sull'esperienza di una vita intera, è inattaccabile, sebbene non è che io non abbia una mia di idea.
E non pensate mai di aver raggiunto la 'sapienza più totale', anche questa l'avrete sicuramente tante e tante volte sentita. Molto spesso però sarete comunque caduti nel tranello delle 'facili conclusioni' in cui una mente istruita, infarcita di concetti, come la stragrande maggioranza di quelle di oggi, sembra cascare volentieri. E ci sono anch'io ovviamente nel calderone, sperando di esser in quella maggioranza.
Spesso tutto si adduce all'inesperienza o più semplicemente al banale fatto che solitamente nessuno di noi da importanza ai consigli. Non si da importanza, ad esempio, a quelli che da una vita si riceve dai propri genitori che sono indotti dall'istinto a trasmetterli ai propri figli, salvo poi ritrovarsi a fare la stessa cosa tra qualche anno con i nostri. Quale madre, ad esempio, non ricorda sempre ai propri figli di osservare i famosi '10 secondi' che servono a formulare una risposta, una affermazione, tutto ciò che abbia bisogno di un ragionamento appunto prima di parlare. E se allo scadere non si è raggiunti dall'illuminazione, fanno sempre osservare quanto sia meglio tacere che non dare fiato a inconsistenti discorsi, sebbene questi in questo mondo sembrano avere più fondatezza delle certezze dimostrate.

Sarebbe comodo avere delle regole, sapere come gestire la propria vita, come prendere delle decisioni, cosa evitare, chi non seguire. Ognuno di noi anche inconsciamente se lo dice. Eppure abbiamo a disposizione dei semplici consigli che sono incisi sul disco della memoria da quando in tenera età li avevamo imparati a memoria solo per prendere magari in qualche modo in giro i nostri e la loro, non riconosciuta allora, sapienza. Facile dunque prenderli come regole: vi accorgerete che ricalcano precisamente in parte o nel totale quelle che con l'esperienza avete finora fatto vostre, ma che inaspettatamente siete voi stessi a tradire immersi nel caos creato dalla gente e da questo mondo diventato oltremodo indecente.

B.M.


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