martedì 4 febbraio 2014

C'è qualcuno in casa? - 1 episodio



"La maggior parte della gente è stupida. Non ignorante, stupida, è diverso. L'ignoranza si può facilmente eliminare e spesso e volentieri giustificare, la stupidità no! Troppe azioni si ripetono e troppo spesso, troppi i discorsi uguali che si fanno, troppe le parole esplose e non previamente pesate, troppa e spregiudicata prepotenza nell'esporre idee che sono frutti immaturi dal sapore ancora amaro, seppure nella stragrande maggioranza delle volte non vi sia alcuna consapevolezza di tale aspetto. Sveglia! Si può riproporre perennemente lo stesso vestito in maniera sempre diversa, o si può creare vestiti del tutto nuovi, supponendo che le combinazioni di colori, tessuti e accessori possibili facciano parte di un insieme isomorfo almeno ad N. Sono gli unici due modi per potersi presentare dignitosamente a questo ballo. Che poi, si badi bene, così tanto non dura, sebbene la illusoria idea di immortalità, dovuta alla nostra giovane età, tenti di convincerci sempre del contrario. Nulla dura per sempre, nulla è infinito, nulla è immisurabile. Semmai mancano i mezzi necessari ad effettuarne la misura. Lo stesso universo, son convinto, sarebbe misurabile. L'infinito è solo una parola, un concetto inventato per sopperire al nostro bisogno di dare un nome a quello che per ora non si riesce a misurare, neanche assegnando un numero gigantesco all'errore di accuratezza. E chissà se si riuscirà mai a misurare la grandezza, il volume dell'universo intero. Di certo, mi rattrista un po' il fatto di ritrovarmi a pensare alle stesse cose che mi suscitavano enorme angoscia quando a quindici anni tiravo il naso all'insù verso le stelle appese sul soffitto della mia cameretta. Dovrei perdere interesse verso certi pensieri una volta capito che ad alcune domande non posso dar risposta. Dovrei! Anche perché vorrei non dover per forza, ogni volta, alla fine, sentirmi inesorabilmente uno stupido."

Il volto è pendente, non la smette di oscillare su e giù, toccando a momenti nel secondo dei due movimenti il tavolo. Ronfa, e ronfa clamorosamente! Gli altri ospiti del tavolo tuttavia non sembrano farci caso, oppure sono addormentati a loro volta sulle loro letture. Il dolce ciondolare di quel capo non reca a quanto pare loro disturbo. Non sembra importare parecchio a nessuno, o forse aspettano tutti un secco 'Stunck!' per dare il via ad una grossa risata. Potrebbe essere tutto! Potrebbe essere addirittura che pian piano gli altri tre ospiti si siano accomodati solo in attesa di quel fatidico 'Stunck!'. Potrebbe essere che io mi sia avvicinato per non perdermi quel fatidico 'Stunck'! Rimango in attesa ingannando il tempo diluendo in un bicchiere d'acqua un po' di dolci Calviniate e mandandole giù lentamente, come fosse sciroppo e non del veloce e forte rum. Alzo la testa e succede che mi accorgo che curiosamente il tizio alla mia destra 'sta a sfoglià' un libro di figure guardando accigliato da tutt'altra parte. Un sorriso, il mio, parte solleticato dalla casuale coincidenza tra pensiero e realtà, ma non dura neanche un istante. Gli si sostituisce una stuzzicata e longilinea s di curioso stupore che mi si piazza tra le labbra per qualche altro istante. Le sue gote rosse, la barba e il cranio, quasi totalmente glabro: tutto è li che si rispecchia inaspettatamente nella pagina patinata della rivista che davanti a lui è aperta e rimasta curiosamente pulita, salva da salivazioni abusive ed incontrollate! 'Capitano, capitano!' Il ronfatore ha un sussulto che ci fa vibrare sulle di noi sedie. 'Ronf!' Falso allarme, tutti di nuovo sottocoperta: dorme, e ronfa ancora. Ma, in bilico tra sogno e realtà, il capoccione infine rompe gli indugi e si tuffa nello specchio, che di suo non fa nulla per non infrangersi. Come se ci fosse un pozzo profondissimo il testone va giù, inghiottito dal tavolo, seguito in modo almeno innaturale dal resto del corpo. Cerco di afferrarlo, di salvarlo, nell'indifferenza assurda dei presenti, ma finisco per caderci inesorabilmente insieme. Segue un istante di buio assoluto finché le mie urla non trovano finalmente nuovo spazio in cui espandersi.
 

B.M. 


2 commenti:

  1. No. Non sei affatto stupido. Altrimenti non scriveresti di questi strani surreali incubi.
    Ma l'idea che tutto sia misurabile proprio non l'appoggio.

    Credo che ci sia molto che vada al di là della nostra comprensione e che l'infinito sia un concetto che dovremmo tenere sempre ben presente.

    Ciao
    Ago

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    1. Non so. Alla fine non mi sembra neanche che l'idea di infinito, o tutto quello che si identifica con questa parola, faccia poi così tanto parte della nostra vita di tutti i giorni. Perché dunque dargli tutta questa importanza? Alla fine ciò che vedo, sento, tocco ha un inizio ed una fine, e questo è almeno emblematico. È come quando non riesci a fare una dimostrazione matematica ma a naso sai dove inesorabilmente si deve andare a parare. Le grandi, vere ed importanti parole, concetti forse meno affascinanti, sono più crude: finitezza, casualità!

      Comunque sto provando anch'io come vedi a buttar giù un racconto ad episodi totalmente inventato, e devo dire che la cosa è divertente, strabiliante quanto difficile e quindi anche straziante in alcuni momenti. È una stupenda sfida con se stessi!

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