venerdì 14 febbraio 2014

Equivoci irrisolti

 

"Stamattina mi sono spaventato! Troppa luce! Oddio: che ore sono?! Fiuuuu! Che spavento! Ormai abituato al nero, al grigio, al bianco del cielo milanese, avevo dimenticato che il sole di questi tempi si alza abbastanza presto e fa capolino fuori dalla mia finestra lanciando i suoi raggi già alle 7.30, tanto che ormai evitavo, da un mesetto ormai, la sera, di abbassare le serrande. Così oggi, quando l'ho visto li a salutarmi, dovendo essere a lavoro per le 9.30, c'è mancato davvero poco che mi venisse un colpo, per non dire altro. 'Finalmente timbra il cartellino anche lui!' - è stato il mio successivo commento. Fatto sta che era un mese che pioveva incessantemente, e la stanchezza accumulata a causa dei conseguenti disagi si è fatta sentire una volta fuori dal cancello. Ho per la prima volta voluto, desiderato un auto. Un auto che mi portasse a lavoro in mezz'ora, che riducesse la fatica e lo stress che provocano i mezzi e le successive passeggiate chilometriche. Si, è vero! Ma è stato un secondo! Subito dopo ho ripassato la causa principale di tanto inquinamento, quello che inesorabilmente ci sta uccidendo qui al nord. Così ho subito allungato la mia gamba destra, ho camminato!"

martedì 4 febbraio 2014

C'è qualcuno in casa? - 1 episodio



"La maggior parte della gente è stupida. Non ignorante, stupida, è diverso. L'ignoranza si può facilmente eliminare e spesso e volentieri giustificare, la stupidità no! Troppe azioni si ripetono e troppo spesso, troppi i discorsi uguali che si fanno, troppe le parole esplose e non previamente pesate, troppa e spregiudicata prepotenza nell'esporre idee che sono frutti immaturi dal sapore ancora amaro, seppure nella stragrande maggioranza delle volte non vi sia alcuna consapevolezza di tale aspetto. Sveglia! Si può riproporre perennemente lo stesso vestito in maniera sempre diversa, o si può creare vestiti del tutto nuovi, supponendo che le combinazioni di colori, tessuti e accessori possibili facciano parte di un insieme isomorfo almeno ad N. Sono gli unici due modi per potersi presentare dignitosamente a questo ballo. Che poi, si badi bene, così tanto non dura, sebbene la illusoria idea di immortalità, dovuta alla nostra giovane età, tenti di convincerci sempre del contrario. Nulla dura per sempre, nulla è infinito, nulla è immisurabile. Semmai mancano i mezzi necessari ad effettuarne la misura. Lo stesso universo, son convinto, sarebbe misurabile. L'infinito è solo una parola, un concetto inventato per sopperire al nostro bisogno di dare un nome a quello che per ora non si riesce a misurare, neanche assegnando un numero gigantesco all'errore di accuratezza. E chissà se si riuscirà mai a misurare la grandezza, il volume dell'universo intero. Di certo, mi rattrista un po' il fatto di ritrovarmi a pensare alle stesse cose che mi suscitavano enorme angoscia quando a quindici anni tiravo il naso all'insù verso le stelle appese sul soffitto della mia cameretta. Dovrei perdere interesse verso certi pensieri una volta capito che ad alcune domande non posso dar risposta. Dovrei! Anche perché vorrei non dover per forza, ogni volta, alla fine, sentirmi inesorabilmente uno stupido."