sabato 23 febbraio 2013

Intermezzo familiare


"La mia è una famiglia più unica che rara di certo. Ed ognuno penserà altrettanto della propria ovviamente, nel bene o nel male, come si dice solitamente! E come ogni famiglia che si rispetti, esistono delle caratteristiche storie che al di fuori di essa non troverebbero nessun motivo per esser raccontate." 

Fin da quando ho memoria, ho sempre visto mio nonno alla sera sedersi sulla sua sedia prediletta davanti al tavolo circolare, prendere la penna e il suo piccolo quadernetto di fianco al quale immancabilmente vi era una piccola pila di libri. La Bibbia era il pilastro basale, un gran libro verde che negli ultimi anni lo aiutava a seguire la messa del giorno perché ormai tutto indolenzito non faceva quasi più un passo fuori da casa. Poi, in un ordine che poteva variare di giorno in giorno, la rivista 'Il Carabiniere' e qualche altro libro che solitamente gli veniva regalato e che trattava di politica.
Tutte le volte che dovevo passà da mi zia, quando ero bambino, ero obbligato a passargli davanti, e mi zia mi raccomandava sempre che lo si doveva fare in religioso silenzio - e non so perché mi ero messo in testa che non dovevo guardarlo in viso. Alle volte, mentre stavo attento a metter le punte dei piedi, o meglio quelle delle pantofole a coniglietto, non so se avete presente, nella giusta posizione, quella per non far rumore - è sconfortante ripensare a come i cartoni animati potessero modellare il modo di pensare dei più piccoli, eheh - me sfuggiva una sbirciatina. E vedevo tutte le volte questa persona, questo volto imbronciato, preoccupato, che te veniva da chiederti "chissà che c'avrà che non glie piace?" e tiravi dritto. E pensavo fosse comunque una cosa gigantesca, sicché mi dicevo: "Sarà qualcosa de matematica! Qualcosa del genere... ma si!"; ma il fatto di non avere una risposta mi attanagliava. Una volta quindi presi coraggio e lo chiesi alla mi zia e lei in modo dissacrante mi svelò l'arcano: "No... non ci pensà! Quello sta a ricopià la Bibbia!" Eheh!

Mi accorsi qualche anno dopo che in realtà si spremeva le meningi perché voleva metter per iscritto tutti i suoi racconti di vita vissuta che notoriamente sfoggiava alla fine dei pasti, in uno squarcio di tempo che ormai aveva assunto con gli anni un carattere quasi sacro. E la Bibbia non gli serviva ad altro se non ad imparare, ricopiando meccanicamente, a scrivere. Sicuramente si sarà accorto di non ricordare più tutti gli episodi, innumerevoli eran di già quelli di cui aveva memoria, e se li voleva quindi appuntare prima che scomparissero gradualmente magari solo perché non figuravano nell'elenco delle storie che amava di più ripetere settimanalmente. O almeno è quello che mi piace pensare.

Indimenticabile per tutti i parenti la storia di quella ragazza inglese che si innamorò di lui durante gli anni della prigionia. Un giorno una gli si avvicina e gli fa, gesticolando in modo molto ampio: 'yu lak mi?' - riporto fedelmente. E lui: 'No, bella mi dispiace. Non te capisco.' E quella non so perché iniziò a ripeterglielo in modo incessante; forse secondo lei ad un certo punto sarebbe riuscito a tradurre i gesti, non so. Sicché mio nonno prese dalla tasca un piccolo dizionarietto che distribuivano ai prigionieri ed incominciò a sfogliarlo. Alla fine, dopo qualche decina di minuti, capì e le rispose de no dicendole pure che aveva già una moglie in Italia. Forse non capendo del tutto, quella ragazza se ne andò imbronciata per poi ritornare il giorno dopo tutta truccata. Gli si rimise di fronte e ricominciò 'yu lak mi? yu lak mi?', che sembrava una pazza. Be chissà come si doveva esser conciata. Fatto sta che quando arrivava a questo punto mi nonno faceva una faccia così schifata che non riuscirei a descrivervela e si metteva sempre a ridere di gusto agitando i pugni per far capire fino in fondo all'interlocutore il suo disappunto. E te non riuscivi a non ridere di gusto davanti a quella faccia che faceva, sebbene ogni volta fosse la stessa. 

Non sarà altrettanto buffa la storia per uno non di famiglia ovviamente, al di la del mio non saper scrivere in modo eccelso. Tuttavia ho resistito alla tentazione di farcirla per renderla tale: è cosa sacra ormai.

B.M.

Nessun commento:

Posta un commento