martedì 20 agosto 2013

Quando cascano, cascano!

 


"Oggi seguivo uno dei miei programmi di viaggi su Rai5; questa volta Ian Wright si trovava in Mozambico e, mentre mi gustavo le mie due friselle portate su a posta a posta, uno degli abitanti intervistati faceva notare, per mezzo di una frase che mi è piaciuta così tanto che me la son dimenticata, come la musica sia sintomo di felicità. Ho dedotto quindi, con grande piacere, di dover essere per definizione uno degli uomini più felici al mondo! Eheh!"


Andria. L'autobus ha percorso si e no due centinaia di chilometri, ma gli autisti pensano che siano maturati i tempi per 'cambiare l'acqua al pesce', come si sentirebbe di norma al cinema. Va be! - penso. Scendo e mi dirigo, insieme alla totale massa dei 58 passeggeri del pulman, verso la toilette - una processione di zombie praticamente - a cui arrivo solo dopo mezz'ora, che è il tempo che normalmente si impiega per seguire tutto il tortuoso percorso dell'autogrill facendo attenzione a tutte le uscite, se no te trovi magari fuori senza aver fatto ciò per cui eri entrato. Fortunatamente mi accorgo per tempo dell'entrata della toilette. Entro in uno dei bagni liberi, vado per spuntare i pantaloncini e... trac: il bottone finisce nella canna del cesso. Che poi dico no, con tutte le volte che avevo già fatto il procedimento, porca paletta, proprio allora doveva succedere? Sicché, pur essendo una delle persone più miti del mondo, inizio a 'iastemare' a più non posso, senza freni. Dopo qualche secondo, ritorno in me e mi accorgo che nel bagno nel frattempo è calato un silenzio inquietante - e chissà come mai. Ok, calma. Faccio ciò che devo, rialzo la cerniera dei pantaloncini e faccio due prove. Niente, per far si che il tutto rimanga più o meno al suo posto, devo tener in mano portafoglio e telefono. Sono pronto. Aspetto qualche minuto, il tempo di far andar via un po' di gente, e spalanco la porta, tipo quei pistoleri che entrano nel saloon per ammazzare qualcuno. E il paragone non è molto lontano da quella realtà che stavo vivendo, visto che poi ho dovuto pure camminare con le gambe leggermente divaricate: proprio come Clint! In quegli attimi ero preparato a mandare a cagare un po' di quella gente, ma inaspettatamente non servì. "Nessuno si è accorto di nulla... che culo!" - penso fra me e me. Lavo e asciugo le mani, il peggio sembra essere passato. Mi dirigo verso l'uscita del bagno e poi verso l'uscita dell'autogrill: il pantaloncino tiene. "Ba! Anche stavolta tanta paura pe niente dai!" - penso. Potete non crederci, ma in mezzo secondo dimentico l'accaduto - mi succede alle volte, eheh - e mentre percorro la chicane finale rimetto telefono e portafoglio contemporaneamente nelle tasche di destra e di sinistra. Non vi preoccupate, non è andata come penso state pensando, brutti gufi che non siete altro, eheh: fortunatamente non son caduti di botto! Bene o male la cerniera ha tenuto contro la forza peso esercitata dai due oggetti e ha mollato pian piano, in modo tale da darmi il tempo de rinsanire e acquattarmi dietro uno scaffale per riportare su il tutto: ma che "paura di spavento"!


B.M.

(Direttamente da trainspotting...)

Nessun commento:

Posta un commento