sabato 25 maggio 2013

'Scialla'!



"Bella 'sciallatrice' che non sei altro, mi fai perdere il lume della ragione. Ora che ti ho scoperta o che ti sei fatta scoprire, non so quale dei due, inizi a provare un certo piacere nel dileguarti ed io, che dopo 2 metri son già stanco quando si corre, non riesco proprio a starti dietro. 'Ma sì, ci conosceremo!' No no. Non ce siam capiti proprio. Me fai scenne il latte così."


La scena è sempre la stessa. L'omo è sempre li, pronto, deciso: in macchina aspetta la donna ormai da tre ore, il tempo sufficiente persino per guardar pe intero la temibile corazzata Potemkin. 'Namo? Ma che le stai a fabbricà ste mesh?', sbraita dal finestrino mentre guarda per l'ennesima volta l'orologio. La donna invece é quella che non glie va mai di fa nund, rimanda sempre al giorno dopo. Capace persino di uscire, anzi no meglio, di sporgersi dalla finestra e dopo che per tre ore quel povero cristo stava ad aspetta, mandarlo a casa con un 'Non c'ho sbatti! Dai usciamo domani!' Che poi te vedi sto qua che trattiene il 'vaffan....!' tra la laringe e i denti e sorridente glie risponde con una calma impeccabile: 'ma si! Che fa? Non me andava neanche a me quasi quasi. Giusto! Facciamo domani! No, che io me so fatto 50 km in macchina solo perché dovevo farla roda pe benino, capi. Non te preoccupa.' E quella: 'No e chi se preoccupa. Tanto lo sapevo che non te andava de uscì stasera. Vedi come te penso sempre!? Be dai, ciao che in televisione c'è Will i am che fa brutto! Ciao!' Eheh.
Sicché quello ingrana la prima e se ne va, appicca qualche incendio qua e la e investe qualche ingenua vecchina che alle 10 di notte se trova insolitamente per strada. Ed arrivato abbastanza lontano, in pieno bosco scende dall'auto, corre verso un dirupo e si libera di fronte alla luna piena dei vari 'vaffa...' prima repressi. Se trasforma così al chiaro di luna nel più esagitato dei coyote della terra e tutti quelli come lui andati in bianco si ritrovano radunati con lui un po' stupiti in un branco. Occhi gialli, naso lungo ed arricciato, ricordano tutti un personaggio dei cartoni animati che con la dinamite non ci sa proprio per niente fare. Raschiano buffamente le unghie contro le vecchie querce, si danno zampate sulla spalla a vicenda e iniziano a cantare in coro tutti abbracciati per solidarietà "ma che ce frega ma che ce importa...": una scena in se buffa e un pò raccapricciante. Eheh. Ed ecco la donna trasformatasi a sua volta in Bip-Bip passare a gran velocità e, visto il branco e con la solita sfacciataggine, si ferma e butta fuori la lingua un numero di volte imprecisato, ma sufficiente a far incavolare quel branco di Willy che ora non ci vedono più. Sicché invece de darsi all'inseguimento pensano, come sempre è bene, di riunirsi in cerchio a confabulare. Mentre il roadrunner li osserva divertito, qualcuno di quelli ogni tanto butta fuori il muso per controllare la sua posizione e sghignazza mentre lo riporta sotto coperta. Il piano è per molti versi perfetto, ma tutti han dimenticato che ora lo sfondo è fatto di matita e tempera. Allestiscono così un quantomai insolito congegno fatto di travi e pulegge sul quale in bella mostra vi è posto il solito razzo arrivato in meno di 2 secondi per posta Fedex dal Kansas. Però, veloci le poste in America! E come al solito appicciano la miccia che da il la al missile su cui ormai tutto il branco è seduto ed ora ognuno di quelli indossa delle improbabili mascherine da volo. Il roadrunner inizia a correre, mentre dietro tutti han forchette, coltello e bavaglietta al collo, ma sappiam tutti come andrà a finire. Il missile si avvicina, si avvicina e si avvicina ancora, tanto che il coyote alla testa del branco allunga le braccia e tira fuori la lingua dalla bocca, pronto ormai a gustarsi quell'ambito pasto. Ed ecco che arriva il solito burrone, la brusca fermata del roadrunner che si fa da parte e lascia passare quel treno di coyote che cercano in tutti i modi di acciuffarlo senza riuscirci, finché, infine, si accorgono di non avere più la terra sotto i piedi e che allo stesso tempo il motore del loro missile ha fatto chissà come mai cilecca: 'progetto perfetto, ma qualità dei pezzi scadente', qualche ingegnere aeronautico starà criticando da casa. Così tutti insieme guardano in camera, salutano sconsolati il pubblico e precipitano per centinaia di metri finché il puntino che ora li rappresenta dalla cima del burrone non scompare sostituito da una nuvola di sabbia alzatasi a causa dell'inevitabile impatto. Ma incurante del dilaniante dolore, uno di quelli, tutto nero abbrustolito dal tonfo, riesce a sollevare infine il solito cartello sbucato dal nulla, o previamente nascosto nel missile in caso di disfatta, con su scritto 'The end', che come tutti sanno vuol dire 'forza Inter!' Eheh! Meno male che stasera c'è la champions va! Forza Borussia!

B.M.


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