giovedì 14 marzo 2013

Rozzo intermezzo


Quando si era piccoli, o magari adolescenti, ci si ostinava non so perché a non toccare frutta e legumi nella stragrande maggioranza dei casi.Nascevano così delle gigantesche e quotidiane guerre diplomatiche fra figli e genitori, con ovvi finali ed ovvie magari pene da scontare. Bè alle volte è vero pure che potevano essere veramente fulminee.
"Ok. Se mangio un arancia quanto mi dai?" fa il figlio al padre che alza lo sguardo, apre la mano, fa un gesto inequivocabile e sancisce: "Te pensa a cosa succede se non la mangi!" Eheh. E magari il sabato cercavi tornando da scuola di non pensare al fatto che fosse il giorno della settimana della 'cucina fantasia', nel senso che era meglio che pensavi a qualcosa di molto bello per controbilanciare ciò che nel piatto ti aspettava, almeno nella maggior parte dei casi. Alcune volte la lotteria del sabato portava in tavola ad esempio il minestrone il cui odore molto spesso attraversava tutte le stanze, le impregnava così tanto che se aprivi la porta di casa troppo velocemente venivi colto da una vera e propria deflagrazione che ti spediva a metri di distanza dall'uscio. Che poi il bello era che te ti sedevi e ti veniva detta la solita frase: "Dai su, che questo l'ho cucinato apposta per te!" Tra l'altro fateci caso, ma i genitori non hanno mai la più pallida idea di quali sono i gusti dei figli, neanche dopo aver passato anni a cucinare per loro. Certo nulla poteva rovinare il Sabato, non stavi neanche a vedere cosa c'era nel piatto: dopo le due eri già per le vie del paese.
Il guaio vero è che ogni famiglia, che ovviamente non ha niente a che vedere con le minuscole famiglie del nord, ha una sterminata schiera di zie da cui spesso si andava ospiti durante le feste. Ovviamente non potevi non mangiare tutto ciò che ti si metteva davanti. Ora il problema secondo me è che il vero cibo è molto più vario e forte nei suoi odori e sapori rispetto a quello che propinano i supermercati al giorno d'oggi e quindi una lieve 'correzione' sui quantitativi degli ingredienti poteva far risultare piatti identici nel contenuto a volte molto diversi tra loro. A volte ci si metteva un po' per capire addirittura in effetti cosa si stesse mangiando. "Buone ste cozze zi!" - e la zia quasi fosse stata insultata rispondeva aspramente - "Viti ca carni eti!"
In ogni famiglia vi sono delle zie 'particolari' diciamo, classificate in base allo stile che adoperano in cucina, e si sa ormai riconoscere ciascuna zia assaggiando un suo particolare piatto. Come non riconoscere ad esempio la zia 'insipida'. Eheh.
Immaginatevi ora in un conclave di zie, che era quasi d'obbligo ogni estate, oggi si va via via perdendo l'usanza, cosa poteva succedere. Meno male che il vino scorreva a fiumi! Eheh.

B.M.


Nessun commento:

Posta un commento