venerdì 15 novembre 2013

Beati a vui ca no faciti nu cazzu dalla matina alla sera!!

 

"Oggi risento il mio amico che al telefono mi passa il Grande Mix il quale esordisce come sempre alla sua maniera: 'We benede, indovina ce ste fazzu?' Io come da copione rispondo: 'Mix, ste fatii?' E lui un po' andato in confusione mi risponde: 'No! ... Ste fatiu!' ... Segue poi un piccolo lasso di silenzio che prolunga la trepidante attesa per la parabola discendente che arriva sferzante come di consueto: 'Aaa, beati a vui ca no faciti nu cazzu dalla matina alla sera!!' Così molla il telefono e tranquillamente immagino se sarà allontanato lasciando la parola al primo, mentre quasi me la faccio sotto dalle risate rivedendomi la scena da spettatore. Il Grande Mix e il suo innato modo di infondere felicità nella gente, eheh!"


A dieci anni ero alto 1,47 e avevo un 38. La più alta in classe raggiungeva il metro e 52, era una bella bionda con gli occhiali e con un padre stradivertente, molto conosciuto in paese e dal quale andavo all'epoca a comprare i soliti 2 etti di mortadella per la zia. Il mio amico era alto 3 cm in più di me ed aveva il caschetto, sebbene la madre ogni mattina, mentre il panino da 1500 lire ci aspettava sul bancone da Raimondo, adulasse ogni volta il mio ciuffo, cercando in quel modo di far cambiare idea a suo figlio. E mi domando ancora come poteva succedere che le persone per strada alle volte ci scambiassero pur avendo appunto tagli di capelli estremamente differenti! A dieci anni guardavo troppa, troppa e troppa televisione, troppi cartoni animati ed in particolare troppo i Cavalieri dello Zodiaco che andavano in onda la sera verso le 8.30 su telenorba. Ovviamente Pegasus ed il suo pugno erano ciò che emulavo non appena avevo un attimo libero e senza preoccuparmi minimamente dell'ambiente circostante, con ovvie figure de ..... in classe ed a casa. A dieci anni sognavo di fare l'astronauta, il sindaco del mio paese e il calciatore a seconda di chi me lo chiedeva o dell'ultima cosa che avevo appena fatto. A dieci anni pensavo che a 20 sarei cresciuto oltre i due metri e avrei calzato scarpe 50 e che sarei arrivato a 30 anni a non poter più essere in grado di entrare in casa!
 

A dieci anni, ora non ricordo bene se è quello che mi mise in testa mio cugino o meno, anche perché spesso con il trascorrere del tempo ciò che proveniva dall'immaginazione dovuta allo stato di soggezione del momento finisce per mescolarsi con l'avvenimento realmente accaduto, quando durante qualche sera tempestosa il vento passava tra le fessure della porta che collega le due cantine, rispettivamente dei miei genitori e degli zii, provocando così il classico rumore sinistro da cinema horror, oltre a farla tentennare bruscamente, ero convinto che dietro quella, che si trovava a non più di due metri da me, ci fosse un grande e brutto gorilla che cercava di buttar giù quell'ostacolo per potermi fracassare le ossa. Stava poi da capire come facesse a mantenersi in vita sto gorilla giù al buio da mia zia durante tutto l'anno... Eheh! A dieci anni portai in faccia con gran vergogna il mio primo occhio nero, che toccò varie tonalità nell'arco di una settimana, frutto di una lotta a wrestling sul letto dei miei con mio fra ed in particolare di un errato modo di salire sulle corde del ring, rappresentato dal mobile sul quale poggiava il grosso televisore anni '90 della Grundig che mio padre espone orgoglioso e funzionante in soggiorno ancora oggi ( forse perché, da buon risparmiatore degli anni '80, non vole butta nulla, pe principio, forse perché quel Grundig è stato uno de quegli acquisti che fai con il primo stipendio, appena questo se rende utile in banca, uno di quelli con il quale nasce un rapporto d'amore-odio indissolubile e destinato a durare per sempre. Tipo me ed il mio pc scassatissimo che pe arriva al sistema operativo ce mette lo stesso arco di tempo che trascorre tra un passaggio e l'altro della cometa Halley: mbo! Inspiegabile!) A dieci anni avrei dato fastidio a chiunque mi avesse regalato anche solo per un attimo un briciolo della sua attenzione: 'Il secondo grado diminuito lo metti dopo il sesto, che proviene a sua volta da una chiusura d'inganno, e prima del quinto. Ha l'effetto simile ad un settimo diminuito tanto che non sembra quasi una novità, però il fatto di scendere invece di salire ... va be sto imparando a rivoltare un po' gli accordi e finiamola li!' ( Ebbene si, a dieci anni ero in grado di far discorsi elaborati, che ci crediate o meno: un po' alla maniera Baccomiana diciamo. Questo ad esempio è il riassunto del petulante discorso durato oltre un'ora fatto ad una disgraziata che nel pullman per Bari ebbe la sbagliatissima idea di rivolgermi la parola, eheh! )
 

A dieci anni la storia della seconda guerra mondiale mi era così tanto piaciuta che la mia maestra di allora rimase stupefatta; fu così tanto contenta che mi lasciò persino interrogare gli altri. A dieci anni però ero anche troppo emotivo: crollai subito dopo aver interrogato il/la primo/a, ora non ricordo, e mi dovettero mettere a gambe all'aria e sottopormi un bel bicchiere di acqua con lo zucchero. A dieci anni mi allenai durante tutto l'autunno, l'inverno e la primavera per le finali dei giochi della gioventù con una foga pazzesca. A dieci anni, in estate, proprio due giorni prima dei giochi della gioventù, mi iniziarono a spuntare delle macchie rosse dappertutto: mi venne la varicella. A dieci anni facevo sega al catechismo il sabato e alla messa della domenica per spendermi la mia irrisoria paghetta settimanale ai videogiochi da Gennaro ( si trattava di 1500 lire che con serrate e scioperi riuscii a far arrivare a ben 2000 lire, il che, per chi conosce un po' mio padre, fu una vittoria paragonabile a quella ottenuta da Napoleone nella battaglia di Austerlitz contro lo zar di Russia e l'imperatore del sacro romano impero, sempre che wikipedia non mi tradisca classificandola come strategicamente perfetta ). A dieci anni, quando facevo sega al catechismo, sapevo bene che era meglio non passare davanti al Vico Medici dove mio padre lavorava per Ponticelli ( un essere mitologico che potrebbe anche addirittura esser un cane con tre teste, dato che l'ho sempre in qualche modo sentito nominare, ma non l'ho mai visto in vita mia ); eppure spesso e volentieri alla sera non mi tornavano i conti, dato che me trovavo in castigo senza cena a letto ( quando me voglio divertì il cervello è, ed è sempre stato, assente, come capita a tutti d'altronde, eheh! ).

'Aaa, beatu a me quandu no facia nu cazzu!! Eheh!!'
 

B.M. 

( Stavolta non sapevo proprio cosa mettere, dunque ho scelto la più divertente! )

2 commenti:

  1. Ciao,
    ho letto un po' di post del tuo blog. Davvero divertente. Ho dovuto rifugiarmi sotto la scrivania per non essere beccato dal capo.
    Ti ho aggiunto al mio gruppo di blog amici (ricambiando quello che hai fatto tu).

    Solo una cosa... togli l'approvazione ai post (è un po' antipatica)

    A presto
    Ago

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    1. Sono contento che non ti sia dispiaciuto, eheh! Comunque sto cercando ancora di imparare ed il tuo blog è illuminante in tal senso. Seguirò il tuo consiglio.

      Un saluto.
      B.M.

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